Restano solo pochi giorni di tempo per chi non ha ancora presentato la domanda per l’assegno unico e universale. Vediamo insieme i requisiti da rispettare.
La data da segnare in agenda è il prossimo 30 giugno. Chi non ha ancora presentato la domanda per l’assegno unico e universale ha solo pochi giorni per vedersi riconosciuto il diritto alle mensilità arretrate spettanti a decorrere da marzo. Non c’è tempo da perdere, dunque.
Superata la suddetta scadenza, sarà possibile fare domanda solo per le rate correnti e l’assegno decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione della richiesta, ma senza diritto agli arretrati. Per chi presenta la domanda a luglio, dunque, l’assegno che spetterà da quel mese sarà pagato ad agosto.
L’Inps ricorda inoltre che l’assegno unico viene liquidato in ragione della condizione economica del nucleo familiare. Per il calcolo, dunque, è indispensabile la compilazione dell’Isee. In assenza di quest’ultimo, è previsto il pagamento dell’assegno minimo di 50 euro al mese per figlio.
Come presentare la domanda? Basta accedere dal sito www.inps.it, selezionare il servizio “Assegno unico e universale per i figli a carico” con Spid almeno di livello 2, carta di identità elettronica (Cie) o carta nazionale dei servizi (Cns), o in alternativa contattare il numero verde dell’Inps 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06.164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico), o ancora tramite enti di patronato, attraverso i servizi telematici offerti gratuitamente dagli stessi.
Ricordiamo con l’occasione che l’assegno unico è un sostegno economico destinato alle famiglie con figli a carico, dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni) o senza limiti di età per figli disabili. Come accennato, l’importo dell’assegno viene determinato in base all’Isee, tenuto conto dell’età dei figli a carico e di molti altri elementi: si va da un massimo di 175 euro per ciascun figlio minore in caso di Isee fino a 15mila euro, a un minimo di 50 euro per ciascun figlio minore per tutte le famiglie che non presentano Isee o il cui Isee è pari o superiore a 40mila euro.
“Gli importi dovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati nelle ipotesi di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità”, precisa l’Inps. Quanti già percepiscono il reddito di cittadinanza riceveranno l’assegno unico in automatico sull’apposita carta.
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