Il terribile passato di Elena Sofia Ricci: le gravi dipendenze, confessa tutto

Elena Sofia Ricci, oggi attrice di successo, ha confessato di avere un passato terribile alle spalle: tra “dipendenze” e “letti sbagliati”.

Difficile non riconoscere il volto di Elena Sofia Ricci: ancora prima di ottenere un ruolo da protagonista in Che Dio ci aiuti, l’attrice toscana era già molto conosciuta dal pubblico italiano. Dopotutto, la Ricci è stata candidata quattro volte il prestigiosissimo premio ‘David di Donatello’ (e ha vinto per ben tre volte). Il numero di riconoscimenti da lei ricevuti è molto alto, e conta anche tre ‘Nastri d’argento’, un ‘Globo d’oro’ e persino due ‘Telegatti’.

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Proprio come Suor Angela in Che Dio ci aiuti, il passato di Elena Sofia Ricci è più difficile di quanto si possa immaginare guardandola adesso. Certo, l’attrice non ha preso il velo dopo una rapina (come il personaggio che interpreta), ma da giovane ha vissuto dei momenti terribili. Lo ha raccontato lei stessa in un’intervista a Vanity Fair: “A 20 anni ero in bilico su quei binari”.

Elena Sofia Ricci, la confessione: “Sono caduta e ricaduta”

L’attrice ha poi raccontato di essere “caduta e ricaduta” tante volte:nei letti sbagliati, per terra, tra braccia di persone che non l’hanno meritata… persino “sui cofani delle auto”, qualsiasi cosa questo voglia dire. A Libero, poi, la Ricci ha fatto un’altra dolorosa confessione: a soli 12 anni è stata abusata da un amico di famiglia, in vacanza. Di questa orribile esperienza l’attrice toscana è riuscita a parlare solo molti anni dopo la morte della madre, che senza saperlo “mi ha consegnata nelle mani del mio carnefice”.

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Forse è a causa di quel trauma che è iniziato un periodo di ‘ribellione’ nella vita dell’attrice. A Vanity Fair la donna ha raccontato di anni di dipendenze: da sigarette, dall’alcol, dagli uomini (perchè, racconta, da sola non riusciva a stare). Fortunatamente oggi l’attrice sta bene, ma si porta dietro il fardello di quegli anni. Oggi è una delle portavoci del movimento #metoo.

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