Omicidio Yara, mossa a sorpresa di Bossetti: “Così dimostro che sono innocente”

La difesa di Massimo Bossetti spera ancora nella revisione del processo che l’ha visto condannato per l’assassinio di Yara Gambirasio: “Andremo avanti”.  

Bossetti

Massimo Bossetti vittima innocente di una giustizia sorda e cieca? I difensori del 50enne condannato all’ergastolo per l’assassinio di Yara Gambirasio, e da 7 anni in carcere, ne sono convinti. Per questo hanno annunciato che ricorreranno ancora una volta alla Corte di Cassazione, chiedendo e sperando che il processo “ingiusto” che ha visto imputato il muratore di Mapello sia rivisto una volta per tutte.

L’ennesimo ricorso di Massimo Bossetti

E’ l’ultimo numero del magazine Giallo a riportare le parole dell’avvocato Claudio Salvagni, difensore di Massimo Giuseppe Bossetti, che assieme al collega Paolo Camporini, che dopo aver denunciato i giudici della Corte d’Assise di Bergamo con un’accusa gravissima, quella di depistaggio, hanno depositato un ennesimo ricorso.

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I difensori del muratore di Mapello chiedono di poter rivedere e controllare i reperti del processo, e in particolare gli indumenti che Yara indossava quando fu uccisa, dai quali furono estratte le tracce di Dna nucleare dello stesso Bossetti, oltre alle provette contenenti i campioni genetici. Il dubbio è che non ne sia stata rispettata la corretta conservazione.

Per i giudici, però, le tracce di Dna nucleare isolate sugli abiti della giovanissima ginnasta appartengono al 100 per 100 al muratore bergamasco. Lo hanno detto e ribadito in ben tre sentenze. Ora la Cassazione è chiamata di nuovo a pronunciarsi: la data è stata già fissata al prossimo 18 novembre. Le possibilità che Bossetti ottenga nuove analisi genetiche e una revisione del processo sono praticamente nulle, data l’assenze di prove ed elementi nuovi nella vicenda. Ma lui, stanco e provato eppure deciso a non mollare, va avanti.

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