Alberto Stasi, la rivelazione dopo l’intervista: “E se avesse ragione lui?”

Alberto Stasi ha nuovamente proclamato la propria innocenza in un’intervista televisiva, dopo anni continuano i dubbi sul suo ruolo.

Alberto Stasi è protagonista di una delle vicende di cronaca nera più sentite dalla popolazione italiana negli ultimi anni. L’uomo è stato infatti condannato per l’omicidio di Chiara Poggi. All’epoca dei fatti Alberto era il fidanzato di Chiara, 26enne laureata in Economia che in quel momento lavorava come impiegata. La giovane donna è stata colpita a morte con un oggetto contundente mai identificato e ritrovato. Alberto, unico vero sospettato per la sua morte, si è sempre dichiarato innocente.

Gli inquirenti hanno sospettato di lui poiché la vittima ha fatto entrare il suo assassino in casa volontariamente (non vi erano segni di effrazione), ma anche poiché non vi erano tracce di sangue della vittima né sulle scarpe (pulite e lucidate dopo il ritrovamento del corpo) né sui vestiti del ragazzo. Inoltre gli inquirenti hanno ritenuto che vi fossero delle incongruenze nel suo racconto. I legali di Stasi hanno contestato questa visione dei fatti spiegando che non vi erano tracce di sangue poiché questo si era seccato quando Alberto ha trovato Chiara morta ed ha avvisato le autorità. Quindi solo per questo motivo non è rimasto sugli indumenti.

Alberto StasiIl procedimento giudiziario a carico di Alberto Stasi (unico indagato per l’omicidio) è andato avanti fino al 12 dicembre 2015, quando la Corte Suprema di Cassazione ha confermato la condanna per omicidio volontario ed ha ordinato la reclusione dell’imputato per 16 anni. Nonostante la condanna Stasi non si è mai arreso ed ha chiesto in più occasioni la revisione del processo dichiarandosi innocente.

Alberto Stasi si proclama innocente: “E se avesse ragione lui?”

Intervistato da Le Iene la scorsa settimana, Alberto Stasi ha ribadito ancora una volta la propria innocenza e chiesto giustizia. L’uomo spiega di aver deciso di parlare proprio adesso poiché vuole raccontare questa sua esperienza, vuole offrire agli italiani la sua versione dei fatti e fare capire che si può essere vittime di errori giudiziari, che il sistema è perfettibile. L’obbiettivo suo è quello di fare sorgere il dubbio alla popolazione, far chiedere loro se questo sistema giudiziario non può creare delle ingiustizie.

Al contempo Stasi riferisce di non soffrire particolarmente il carcere perché è innocente, anzi la consapevolezza di non aver ucciso Chiara lo fa stare sereno, in pace con la propria coscienza. A suo avviso è tutto partito da un provvedimento di incarcerazione sbagliato, deciso prematuramente senza attendere gli esiti definitivi dei riscontri. Dopo quella decisione, dunque, non si sarebbe più tornati indietro per una questione di orgoglio, per non ammettere l’errore.

L’intervista di Stasi è divisiva e fa sorgere dubbi anche in chi fino ad ora era convinto che non ci fossero perplessità sulla sua colpevolezza. Uno dei cittadini in dubbio ha chiesto un parere sulla vicenda a Maurizio Costanzo scrivendo alla rubrica che il giornalista cura per il settimanale ‘Nuovo’. Nel rispondere al quesito, Costanzo parte dal presupposto che ripone la sua massima fiducia nelle istituzioni e dunque sul fatto che tutto sia stato fatto a dovere e che ci siano prove concrete per la condanna.

Tuttavia ammette che dopo 15 anni l’ostinazione di Stasi nel proclamarsi innocente e nel ricercare la scarcerazione lo pone di fronte ad un dubbio: “Questo signore continua a professare la propria innocenza, dice di andare a letto con la ‘coscienza leggera’ perché sa di non aver ucciso Chiara. Dunque mi chiedo: e se avesse ragione lui?”.

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