Caso Liliana Resinovich, le ultime notività: l’orologio porta ad una svolta

A distanza di nove mesi dal ritrovamento del cadavere di Liliana Resinovich sono ancora molti i dubbi sul caso: si è davvero suicidata?

La scomparsa di Liliana Resinovich, insegnante trentina in pensione, ha da subito catturato l’attenzione dei media nazionali. Nelle ultime settimane del 2021 la sparizione della donna è diventata la notizia principale per tutte le testate ed i siti nostrani ed ancora prima del ritrovamente del corpo della donna, il caso ha assunto dei contorni misteriosi. C’è chi ha subito scaricato la colpa sul marito Sebastiano Visintin definendolo più un “padrone” che un marito, parlando di problemi di coppia ed economici.

Liliana ResinovichTra la fine e l’inizio dell’anno Claudio Sterpin, amico della donna, si è autodefinito l’amante della donna ed ha cominciato ad insinuare che il marito potesse aver scoperto qualcosa e fatto qualcosa di estremo. Dalla sua Visintin ha dichiarato di non essere a conoscenza della relazione tra la moglie e l’altro ed ha accusato a sua volta Sterpin.

Nel mezzo di questo caos mediatico che ha favorito l’interessamento alla vicenda non solo dei media ma di tutta Italia, il corpo di Liliana Resinovich è stato trovato avvolto in dei sacchi di plastica. Subito si è pensato che fosse la prova dell’avvenuto omicidio, ma la polizia è apparsa immediatamente cauta sull’ipotesi dell’omicidio, nonostante le circostanze insolite.

In seguito alle indagini e agli esami sul corpo e sulla scena del ritrovamento, infatti, non sono emerse prove che portino a pensare che qualcuno l’abbia uccisa. Mesi addietro sul cordino che ha stretto il collo di Liliana e presumibilmente ne ha causato la morte è stata trovata una traccia di DNA. Sia Sterpin che Visintin sono stati sottoposti ad una prova di confronto del dna, ma non corrispondeva con il loro.

Liliana Resinovich, le ultime novità sulla morte dell’insegnante trentina

Lo scorso 9 agosto Fabio Cavalli e Fulvio Costantinides, gli esperti incaricati dalla Procura, scrivono nella loro perizia che da quanto emerso sembra che Liliana si sia suicidata. Nel corso delle indagini e negli esami effettuati non è infatti emersa alcuna prova che faccia pensare che si sia trattato di un suicidio. Il fratello della donna, però, non accetta l’ipotesi del suicidio e ritiene che la perizia degli esperti di parte lasci alcuni elementi in sospeso, come il contenuto della borsa, le motivazioni del suicidio ed il fatto che l’orologio trovato sul corpo fosse posizionato sul braccio sbagliato.

Intervistata da Ansa, la psicologa Gabriella Marano, consulente di Sergio Resinovich, ha espresso le sue perplessità sulle conclusioni tratte dai due esperti, ritenendo che siano basate esclusivamente su delle supposizioni e dunque non offrano alcuna prova certa ed incontroverbile sull’andamento dei fatti. Inoltre la psicologa spiega che anche il profilo psicologico della donna non corrisponde alla decisione di suicidarsi: “Una donna distinta, riservata, in equilibrio, improvvisamente decida dapprima di diventare una ‘senzatetto’ e poi di suicidarsi, con modalità tra l’altro roboanti, a pochissima distanza da casa, dopo aver consumato la stessa colazione della mattina della scomparsa”.

La consulente ha poi aggiunto che quando la consulenza degli esperti verrà depositata formalmente e avranno accesso a tutti gli atti procederanno con le valutazioni sul da farsi. Insomma il caso appare tutt’altro che chiuso, anche se al momento ci sono solamente dei dubbi e nessuna prova che possa indirizzare le indagini verso un’ipotesi differente da quella attualmente ritenuta maggiormente plausibile.

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