Denise Pipitone, il giallo della testimone: “La bambina è morta”

Il caso Denise Pipitone è ancora senza una soluzione: dopo la richiesta di archiviazione sono tanti i dubbi e le incertezze.

A fine primavera 2021 le indagini sul caso Denise Pipitone avevano ricevuto un nuovo slancio. Si pensava che grazie alle moderne tecniche di isolamento audio si potessero eliminare i disturbi ambientali che avevano reso poco chiare le intercettazioni riguardanti Anna Corona, Jessica Pulizzi e Giuseppe Della Chiave. Il fatto che Anna Corona avesse fatto ristrutturare il garage della casa in cui abitava all’epoca della scomparsa di Denise, e che il suo alibi per il giorno della sparizione fosse improvvisamente caduto, hanno portato gli inquirenti a iscrivere nel registro degli indagati la donna.

Gli inquirenti hanno esaminato a fondo anche la posizione di Giuseppe Della Chiave, indicato dallo zio (ormai deceduto) come autore del rapimento della bambina. Le indagini svolte in questi mesi, però, non hanno portato a delle prove concrete e qualche settimana fa la Procura di Marsala ha esposto l’intenzione di chiedere l’archiviazione del caso per quanto riguarda la posizione dei due indagati.

Nella richiesta di archiviazione, gli inquirenti hanno scritto: “È possibile affermare fin d’ora che nessuna conversazione intercettata  assume rango di prova o di mero indizio circa la responsabilità dell’indagata Corona, né di altri soggetti”. Sebbene dalle conversazioni emerga il “disprezzo” che Anna Corona e altri della sua famiglia provano nei confronti di Piera Maggio, in nessuna delle conversazioni è possibile trovare prova dell’atto criminale o comunque qualcosa di penalmente rilevante.

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Denise Pipitone, il giallo della testimone

Rimane un mistero la testimonianza che una donna ha offerto all’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta. La donna lo ha contattato su Facebook dicendogli di avere delle informazioni importanti sulla bambina, di non aver trovato fino ad allora il coraggio di andare dalla polizia e di non volere che il suo nome venisse fatto al di fuori di un tribunale. L’unica informazione che è emersa sulla testimone è che si tratterebbe di una donna sposata con un dirigente veterinario.

Il legale ha riportato quanto la donna gli ha riferito in una lettera inviata alla Procura. Tra le frasi che Anna Corona gli avrebbe detto ce n’è una che ha particolarmente colpito: “A picciridda morse picchi io a Piera Maggio ci mangiu u cori” (la bambina è morta e io a Piera Maggio le mangio il cuore). Ma pare anche che alla donna Anna Corona avesse detto: “Venne messa nel magazzino di un signore che viveva all’estero e aveva un casa nella sua palazzina”.

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Una versione differente da quella che ha dato la stessa donna ai pm. Per quanto riguarda la frase sulla bambina, la donna ha ribadito che quando le ha chiesto di Denise, Anna le rispose: “A picciridda morse“, ma poi ha riferito una seconda parte della frase differente: “A Piera Maggio le si deve bruciare il cuore”. Per quanto riguarda il magazzino, la donna ha anche specificato: “Non mi ha mai detto che la bambina era stata messa in uno specifico magazzino e meno che mai in quello di un signore che viveva all’estero e aveva una casa nella sua palazzina. Non ho mai sentito la Corona parlare di un anziano che viveva all’estero”.

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