Denise Pipitone, i terribili sospetti dell’ex pm sulla bara vuota

Ennesimo colpo di scena nella vicenda della scomparsa di Denise Pipitone, la bimba siciliana scomparsa il 1° settembre 2004 a Mazara Del Vallo: ecco le parole di Maria Angioni.  

Emergono nuove (presunte) verità sulla tragica vicenda di Denise Pipitone, la bambina siciliana scomparsa il 1° settembre del 2004 a Mazara Del Vallo (Trapani) e mai più ritrovata. A lanciare il sasso nello stagno è ancora una volta Gianluigi Nuzzi, che nella trasmissione Quarto Grado è andato a scovare un post su Facebook di Maria Angioni, l’ex pubblico ministero che si occupava proprio delle indagini sulla sparizione della figlia di Piera Maggio.

Una nuova pista nel caso di Denise Pipitone?

“Penso alla bara bianca, vuota, trovata anni fa dietro segnalazione anonima. È stato veramente un depistaggio, una minaccia o uno scherzo crudele?” ha scritto Maria Angioni sui social. E secondo Nuzzi è un vero e proprio indizio. Vale però la pena di ricordare che l’ex pm è stata al centro di numerose polemiche negli ultimi tempi, e addirittura è finita nel registro degli indagati della Procura di Marsala per false dichiarazioni.

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L’ipotesi di Quarto Grado è che Angioni si riferisca al ritrovamento nelle campagne intorno a Mazara Del Vallo di una bara bianca vuota, episodio raccontato dall’ex procuratore capo di Marsala, Alberto Di Pisa, alla stessa trasmissione di Rete 4. “Ricordo una segnalazione che arrivò, una telefonata anonima, secondo cui Denise era stata seppellita dentro una bara in un terreno di Mazara Del Vallo. Abbiamo scavato un ettaro di terreno, trovammo effettivamente una bara vuota, ma non c’era nessuno. Abbiamo prelevato dei campioni, li abbiamo confrontati, ma non corrispondevano. Questo però era un elemento strano”.

Resta da capire come mai la Angioni sia ritornata a parlare di quell’episodio proprio adesso. Una possibile risposta giunge dall’avvocato Stefano Pellegrino, legale dell’ex pm del caso Pipitone: “La vicenda della bara bianca dipende da una lettera anonima che ha ricevuto la Procura. È simbolica perché la bara rappresentava la bambina che era morta, ma sono deduzioni che potrebbe fare qualsiasi cittadino e che non hanno nulla a che vedere con le funzioni di magistrato della Angioni né con l’inchiesta che ha condotto”. Le indagini vanno avanti.

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