Flavio Insinna criticato a L’Eredità: “Torni a fare l’attore”

Flavio Insinna viene apprezzato da molti come conduttore, ma c’è anche chi ritiene che farebbe meglio a dedicarsi solo alla recitazione.

In questi anni abbiamo imparato ad apprezzare Flavio Insinna in qualità di conduttore de L’Eredità. Se inizialmente sembrava che l’attore non riuscisse a seguire le orme dei suoi predecessori, con il passare del tempo è riuscito a calarsi perfettamente nella parte ed il pubblico Rai ormai non riesce ad immaginare il quiz televisivo senza che ci sia lui a condurlo.

L’apprezzamento de L’Eredità è tale che in più di un’occasione c’è chi lo ha suggerito come prossimo direttore artistico di Sanremo. Quando Flavio è stato stuzzicato sull’argomento, però, ha fatto professione d’umiltà ed ha risposto che non si sente in grado di gestire un evento così importante e grande come il Festival. Il conduttore ha sempre detto di essere un attore prestato alla conduzione e tutt’oggi non si sente convinto delle proprie qualità in questo campo.

Flavio Insinna Il recente ritorno televisivo come attore in Don Matteo e come protagonista assoluto nel film A Muso Duro, ha fatto riapprezzare al pubblico le qualità attoriali di Insinna. Dopo tanti anni di conduzione, infatti, in molti avevano dimenticato le origini professionali del conduttore e nel vederlo recitare hanno apprezzato il suo talento in questo campo.

Flavio Insinna dovrebbe fare solo l’attore? Il parere di Alessandro Cecchi Paone

Un lettore di ‘Nuovo Tv’, ragionando sul doppio ruolo di Insinna, ha scritto ad Alessandro Cecchi Paone che a suo avviso Flavio farebbe meglio a dedicarsi esclusivamente alla recitazione. Secondo il lettore, infatti, Insinna risulterebbe più spontaneo quando recita rispetto a quando conduce L’Eredità.

In risposta al lettore, Alessandro Cecchi Paone decide di seguire il suo ragionamento ad una condizione: concentrare il discorso sugli attori che si prestano alla televisione. Per l’esperto televisivo, infatti, non si tratta di una questione di mancanza di abilità del singolo, ma di una questione di impostazione professionale.

Gli attori, infatti, sono abituati per anni a recitare una parte scritta, interpretare un ruolo a memoria. Per quanto possano caratterizzare il personaggio da interpretare, infatti, non c’è spazio per l’improvvisazione. La conduzione in diretta di un programma, invece, impone al conduttore di reagire e interaggire, dunque improvvisare sul momento.

Con questo non vuole certo dire che Insinna non sia in grado di condurre un programma o non sia un bravo conduttore, ma sottolineare come un attore che passa a fare il conduttore si trova a doversi scontrare con una difficoltà in più rispetto a chi nasce professionalmente come presentatore televisivo o radiofonico. Tale difficoltà può essere percepibile dagli spettatori e far risultare la conduzione più ingessata.

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