Pensioni, la nuova proposta di Draghi ai sindacati: cosa cambierebbe

Si parlerà martedì della nuova riforma delle pensioni: questa volta, però, pare che il premier Mario Draghi possa essere più soddisfatto.

Questo martedì 16 novembre si torna a Palazzo Chigi per un ‘secondo round’ che vede al centro della discussione il tema sulle pensioni. Pare infatti che, l’ultima volta, nessuno sia rimasto soddisfatto dalle proposte fatte: anzi, è stato sottolineato più volte come Mario Draghi abbia lasciato la riunione ‘molto contrariato’. Le prospettive per la nuova riforma però sembrano essere migliorate: la nuova proposta di Draghi potrebbe compiacere i sindacalisti.

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Ad essere stati convocati a Palazzo Chigi sono stati tre rappresentanti: Maurizio Landini (sindacalista Cgil), Luigi Sbarra (sindacalista Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (sindacalista Uil). Draghi vorrebbe aprire un dialogo, invitando al tavolo anche parteciperanno anche i ministri Franco e Orlando. L’idea è quella di riscrivere insieme la riforma, così da adattarla ai bisogni di tutti.

Pensioni, le nuove proposte di Draghi: l’idea del contributivo per tutti

Ora che la Quota 100 è stata a tutti gli effetti ‘superata’, si parlerà della sua nuova versione: la Quota 102. Con questa, in sostanza, ci sarebbe la possibilità di andare in pensione già a 64 anni (con almeno 38 di contributi versati). L’opzione, però, risulterebbe valida solo dal 2022. Intanto si è saputo che è stata confermata l’Opzione Donna, che prevede il pensionamento a 58 anni (due anni prima rispetto alla Quota precedente).

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Sembra intanto che la nuova idea di Palazzo Chigi sia quella di proporre una versione che permetta ai lavoratori di andare in pensione già a 62 anni (con un sistema contributivo per tutti). In sostanza si tornerebbe verso un modello più simile a quello della Legge Fornero, ma (come ha detto il ministro Orlando) con “elementi di flessibilità che consentano di evitare alcune rigidità e andare così incontro ad alcune delle istanze del sindacato”.

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