Sparatoria Ardea, il testimone: “Voleva uccidere ancora”

Francesco Rizzo, 31 anni e da 5 residente nel comprensorio di Colle Romito, ha rilasciato una delle prime scioccanti testimonianze della tragedia di Ardea.

Solo per un miracolo le tre vittime della sparatoria di Ardea non sono diventate quattro. “C’era un altro uomo, era uscito di casa con la carriola per buttare la spazzatura. Quel pazzo ha sparato anche a lui, ma senza colpirlo. I Carabinieri lo stavano sentendo”. A raccontarlo è Francesco Rizzo, 31 anni, da 5 residente nel comprensorio di Colle Romito, in una delle prime, sconvolgenti testimonianze della tragedia che si è consumata questa mattina.

L’orrore di Ardea in presa diretta

In testimone racconta di aver assistito a una scena agghiacciante, che non potrà mai dimenticare: sangue ovunque, il 74enne Salvatore Ranieri colpito alla testa, e i piccoli Daniel e David Fusinato, 5 e 10 anni, al petto. “Ho visto l’elicottero del 118 e con mio padre sono subito andato al parchetto per vedere cos’era successo – spiega concitato Francesco Rizzo – L’anziano aveva un buco di proiettile in testa con molto sangue, secondo me gli ha sparato a bruciapelo. Mentre i bambini avevano sangue sul petto e medici stavano facendo il massaggio cardiaco. Il padre si disperava e diceva che non avevano battiti”.

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Quanto all’assassino, il 35enne psicolabile Andrea Pignani: “Ho sentito gente del posto che si lamentava in passato, perché questa persona sparava in strada – racconta ancora Rizzo -. Abito qui da 5 anni, è un posto tranquillo, mai successo nulla, giusto qualche furto”.

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Pignani, ingegnere informatico disoccupato, viveva con la madre, che lo dipinge come un uomo “solo e isolato”. “Non aveva amici e non si curava”, ha riferito la donna. Resta ora da capire perché il folle omicida avesse in casa una pistola.

 

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