Alessio Boni, il dramma e la malattia: la sofferenza inimmaginabile

Alessio Boni ha confidato in un’intervista di aver sofferto tanto e a lungo, un periodo della vita che lo ha segnato nel profondo.

Il protagonista della fiction La Compagnia del Cigno, ha diviso il pubblico di Rai Uno tra chi lo trova un personaggio intricato per via della sua complessità e del dramma personale che vive, e chi non lo apprezza proprio per il modo tormentato in cui risulta ancora ancorato ad una storia d’amore finita male. Un ruolo, quello dell’uomo tormentato dall’amore e dalla donna amata che l’attore è riuscito a rendere al meglio e non è un caso.

Alessio BoniIn un’intervista rilasciata ormai diverso tempo fa, Alessio Boni ha confidato di sapere cosa prova il suo personaggio perché lo ha vissuto in prima persona. L’interprete ha parlato di una storia d’amore finita male, dopo la quale ha provato persino dolore fisico: “È stata una storia d’amore devastante, di cui non ho mai parlato, un’ossessione. E io ho sofferto tanto, a lungo. Non riuscivo a lavorare, non uscivo più. Finché, dagli occhi di mia madre, ho capito che il mio equilibrio era in pericolo”.

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Alessio Boni, la storia d’amore finita male che era divenuta un’ossessione

Boni ha vissuto la fine di quella relazione come un vero e proprio lutto, la sua vita aveva perso di senso e non riusciva più a trovare ragioni per andare avanti nemmeno nel lavoro: “In quei mesi non piangevo. Seguivo con la mente il feretro della passione più devastante della mia vita. Me ne stavo annichilito, malato nell’anima, la rabbia che montava dentro e non riusciva a diventare lacrime”.

Adesso, ad anni di distanza e con la mente lucida, Alessio riesce ad ammettere che quella sua reazione era dovuta al fatto che quella relazione era diventata un’ossessione ancora prima di finire: “Lavorare? Non ne parliamo. La negatività mi avvolgeva, la tensione era così alta che il mio personaggio lo facevo malissimo. Senza di lei ero infelice, con lei ero infelice. Eppure dipendevo da una sua parola, da una sua telefonata, da un appuntamento al bar”.

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Solitamente chi vive esperienze simili si augura di non viverle più o si condanna per aver preso delle scelte errate, l’attore invece non si colpevolizza, reputa l’accaduto come un processo attraverso il quale doveva passare per imparare una lezione sulle relazioni e su sé stesso: “Ho sofferto tanto, a lungo. Certo, c’è chi rimane invischiato anni in relazioni di questo genere, mentre io ho scansato in tempo l’ossessione, quella che, dai e dai, prosciuga le energie vitali. È stato un periodo oscuro. Però, se tornassi indietro, sceglierei di attraversarlo ancora”.

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