Grave lutto nel giornalismo: è morto Livio Caputo, storica firma del Giornale

Si è spento a 87 anni Livio Caputo, storica firma del Giornale, di cui aveva assunto la direzione ad interim il 17 maggio scorso, dopo le dimissioni di Alessandro Sallusti. 

E’ morto oggi all’età di 87 anni Livio Caputo, storico inviato del Giornale di cui era stato nominato direttore ad interim lo scorso 17 maggio. Giornalista di razza, grande amico di Indro Montanelli e profondo conoscitore della politica estera, fino al 2017 ha curato un blog molto seguito dai lettori del quotidiano di via Negri. Se ne è andato proprio nel giorno in cui è stato ufficializzato l’insediamento di Augusto Minzolini come nuovo direttore.

L’addio a Livio Caputo

Nato a Vienna nel 1933 da padre piemontese e madre triestina, Livio Caputo si era laureato in Giurisprudenza con una tesi di Diritto internazionale presso l’Università di Torino e aveva cominciato la sua carriera giornalistica da giovanissimo. Era stato corrispondente da Bonn per il Corriere dell’Informazione e il settimanale Gente, da Londra per il Resto del Carlino, La Nazione ed Epoca, mentre a New York ha diretto l’ufficio dei periodici Mondadori. Rientrato in Italia nel 1970, è stato capo dei servizi speciali e direttore di Epoca fino al ’76, quindi inviato e editorialista del Giornale e di Telemontecarlo (’76-’78), mentre dal ’79 e per sei anni ha diretto il quotidiano la Notte.

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Dal 1986 al 1992 Livio Caputo è stato capo dei servizi esteri del Corriere della Sera, aggiudicandosi il premio Hemingway per la copertura della guerra del Golfo. Nel maggio 1992 è tornato al Giornale come vicedirettore, nel ’94 si è candidato al Senato tra le file di Forza Italia ed è stato eletto nel collegio di Bergamo, facendosi portavoce degli ideali liberali che lo hanno sempre ispirato. Dal 1997 ha proseguito l’attività politica al Comune di Milano dove è rimasto consigliere fino al 2006, continuando a collaborare con il Giornale con articoli di politica estera e con la rubrica quotidiana di risposte ai lettori, “Dalla vostra parte”. Nella sua lunga e brillante carriera Livio Caputo ha scritto anche tre libri incentrati sulle vicende della politica italiana: “Un anno in trincea” (1980), “Cittadino, pover’uomo” (1982) e “Con rabbia e con amore” (1984).

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Silvio Berlusconi dopo aver appreso​”con profondo dolore la notizia della scomparsa di Livio Caputo, grande giornalista liberale e grande amico”, ha ricordato: “Livio mi è stato vicino da sempre, ha aderito a Forza Italia dal primo giorno, ha partecipato da protagonista al nostro primo governo nel 1994 e poi per molti anni è stato la bandiera degli azzurri nel Consiglio Comunale di Milano. Al tempo stesso ha continuato la sua attività da editorialista di prestigio, combattendo le battaglie di libertà con la coerenza, il rigore e l’assoluta indipendenza di giudizio che lo hanno sempre caratterizzato”. E ancora: “Schivo ed elegante, alieno dalla voglia di apparire, non mi ha mai fatto mancare in questi anni i suoi consigli preziosi, che nascevano dalla sua cultura profonda e non ostentata e dal suo autentico amore per la libertà. Con un ultimo gesto di generosità, nonostante le condizioni di salute non buone, aveva accettato nelle ultime settimane di firmare ‘Il Giornale’ come direttore ad interim in una delicata fase di transizione. Anche per questo gli saremo per sempre grati. La libertà, la cultura, il giornalismo italiano hanno perso un autorevole protagonista”.

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