Luca Zingaretti rompe il tabù della frustrazione psicologica: le sue parole

Luca Zingaretti, protagonista della nuova serie tv Il re, presenta il suo personaggio e alza il velo su un problema che affligge molte persone.   

Sta finalmente per andare in onda Il re, la serie tv firmata Sky frutto di un nuovo e intenso lavoro che ha visto Luca Zingaretti impegnato per due anni. La produzione, incentrata sul tema delle carceri, mostrerà uno spaccato difficile e controverso della società. In un’intervista al Corriere della Sera il noto attore ha raccontato emozioni, anticipazioni e retroscena della sua ultima fatica.

Il monito di Luca Zingaretti

Luca Zingaretti tiene innanzitutto a precisare che quello che ha dovuto affrontare in questa nuova serie è “un ruolo difficile e impegnativo”. E non nasconde le tante difficoltà emotive dell’aver girato all’interno di carceri popolate da individui che non vivono una condizione certo facile.

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“Non ci rediamo conto del livello di frustrazione psicologica a cui sono costrette le persone. E qui non c’entra il discorso del se lo meritano. C’è una dimensione del vissuto agghiacciante” ha spiegato Luca Zingaretti, che nella nuova serie tv interpreta Bruno, il direttore del carcere: un personaggio che farà molto discutere, ma che l’attore non si sente di giudicare.

Secondo Luca Zingaretti, infatti, anche la persona più terribile si comporta in un certo modo per motivi ben precisi. Ciò non significa che debba essere giustificata, ma almeno compresa. “Nel suo delirio di onnipotenza crede di amministrare la giustizia – dice l’artista a proposito del suo personaggio -. Va al di là del terzo grado di giudizio. Bruno visto da fuori è terribile, da dentro è un uomo con l’ossessione del controllo”.

L’attore, abituato a un ruolo completamente diverso come quello del Commissario Montalbano, ammette di aver vissuto momenti di crisi ed essere stato preso da forti dubbi durante la lavorazione della nuova serie, ma si dice anche convinto che Il re lo abbia profondamente arricchito: “Spero costringa a riflettere”, conclude.

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