Padre Gabriel Romanelli, allarme da Gaza: “Sta scoppiando una guerra”

Padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, traccia un quadro drammatico di guerra e distruzione.

In queste ore il mondo intero tiene il fiato sospeso per quanto sta avvenendo a Gaza. “La situazione è molto brutta, ci sono tutti i segnali che indicano che si sta preparando una guerra, ci sono scontri giorno e notte senza tregua”: così dice Padre Gabriel Romanelli, sacerdote argentino da 25 anni in Medio Oriente, parroco della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, a colloquio con l’Adnkronos.

La situazione esplosiva di Gaza

Quello che va emergendo è un quadro drammatico fatto di guerra e distruzione. “Prima gli scontri erano solo di notte – spiega padre Romanelli – invece in questi giorni gli attacchi sono di notte e di giorno, la gente non può uscire, bombardano anche le strade. Le comunicazioni tra i quartieri sono tagliate ed è già una strage perché i numeri ufficiali parlano di 69 morti e tra questi 17 bambini che non appartengono a nessuna fazione o partito e donne. E ci sono 388 feriti, tra i quali 115 bambini: è davvero una strage perché dietro ogni persona c’è una tragedia sia da parte palestinese che israeliana. Dietro ogni ferito, umiliato, morto si incentiva odio, spirito di vendetta da una parte e dall’altra”.

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Secondo padre Romanelli l’unica cosa che serve in questo momento è il “cessate il fuoco. Che le varie parti non vogliono mettere in pratica. In questo momento l’azione più urgente per il Medio Oriente è il cessate il fuoco, le parole devono tradursi in fatti. Ma non c’è dialogo, ognuno resta chiuso nelle proprie posizioni”. “Noi – spiega – usciamo solo per le urgenze, che sono l’assistenza spirituale, esistenziale e materiale ma comincia a mancare la luce, l’acqua e il cibo che deve essere cotto per durare un po’ di più. Tutti rinchiusi. Eravamo contenti che una settimana fa avevano revocato il lockdown invece ora siamo piombati in un lockdown peggiore”. Senza considerare che “ina sola esplosione può cambiare una vita . Ci sono centinaia di esplosioni e fisicamente parlando pensiamo al trauma che possono generare in un bambino queste violenze inaudite”.

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Di qui l’accorato appello del parroco di Gaza alle autorità e alle “persone di buona volontà per il ‘cessate il fuoco’ nella consapevolezza che manca la volontà da una parte e dall’altra e se nessuno farà niente si continuerà con morte e distruzione”. Quanto alla soluzione dei due Stati, Israele e Palestina, auspicata anche dal Papa, “se si vuole ci si può arrivare. Non è detto che guerra e ingiustizia debbano essere la realtà. Come si fa la guerra, le persone possono fare la pace. È vero che è più facile distruggere che costruire ma serve una giustizia vera per tutti, bisogna lavorare per la giustizia la riconciliazione e il perdono altrimenti, se si torna solo agli argomenti antichi non se ne esce. E serva anche la grazia del Signore”.

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