Paolo Calissano, spunta la verità sulla sua morte: “Non si è suicidato”

Fabiola Palese, ex compagna dell’attore Paolo Calissano, smentisce alcune versioni relative al suo decesso e racconta un’altra verità. 

Sono ancora tante le ombre e le opacità sulla morte di Paolo Calissano, l’attore il cui corpo senza vita è stato trovato lo scorso 30 dicembre da Fabiola Palese, 43 anni e sua ex fidanzata. I due erano stati insieme dal 2013 al 2019e e anche dopo la rottura sentimentale sono rimasti in buoni rapporti. Lei aveva persino le chiavi dell’appartamento di Calissano, e per questo motivo è stata lei a scoprire il cadavere del 54enne.

Leggi anche –> Barbara D’Urso nella bufera, le parole sulla morte di Paolo Calissano che non doveva… 

In un’intervista al Messaggero Fabiola Palese ha raccontato i dettagli degli ultimi giorni vissuti dall’artista, escludendo, come qualcuno ha ipotizzato, la pista del suicidio, e smentendo la versione che voleva l’attore morto da giorni, con il corpo in decomposizione al momento della tragica scoperta.

Leggi anche –> Paolo Calissano trovato morto in casa: trovati psicofarmaci nell’appartamento

Il drammatico retroscena della morte di Paolo Calissano

A colloquio con il quotidiano romano Fabiola Palese ha detto di ricordare nitidamente un dettaglio che potrebbe essere prezioso per capire cosa è realmente accaduto. “La serratura non aveva le mandate inserite“ fa sapere, per poi aggiungere che “qualcuno afferma che era morto da almeno 48 ore, ma non è vero. Ci avevo parlato il giorno precedente nel primo pomeriggio e la sera di mercoledì, alle 20.18, Paolo ha effettuato il suo ultimo accesso su Whatsapp”.

L’attore soffriva di depressione, era profondamente scoraggiato e non riusciva più a lavorare dopo essere stato travolto dai guai giudiziari. Fabiola però è sicura che non sarebbe mai arrivato a compiere un gesto estremo. “Io – rimarca – non credo assolutamente al suicidio. Non era da lui. Ne ha vissute tante e tante ne abbiamo superate insieme e si è sempre rialzato. Piuttosto credo che non abbia retto a tutti i farmaci che prendeva per via della sua depressione”. Complice anche l’arrivo delle feste di Natale che lo “angosciavano amplificando il suo sentirsi solo”.

La ex di Paolo Calissano ritiene che quest’ultimo “abbia fatto un qualche pasticcio nell’assumerli, un bombardamento di psicofarmaci, ma non con l’intenzione di togliersi la vita”. E dopo aver escluso l’ipotesi suicidio, la stessa esperta mette al bando anche quella della eventuale assunzione di droga. “La droga? No, per come lo conoscevo io e per il profondo legame che avevamo ancora, lo escludo. Però, ovviamente, non vivevo più nella sua stessa casa. Sono convinta, tuttavia, che i carabinieri chiariranno che non c’entra nulla”.

Possibile che prima che sopraggiungesse la sua morte l’attore avesse ricevuto visite in casa? “Mi sembra difficile – afferma l’ex compagna-, in quella casa entravamo praticamente solo io e il domestico, ma lo verificheranno le indagini. Lui ormai non usciva quasi più, si era lasciato andare e forse era tornato a prendersi le benzodiazepine in dosi massicce per riuscire a dormire”.

Ironia della sorte, a ottobre l’attore aveva deciso di farsi ricoverare in una clinica per risolvere il problema del sonno: “Gli avevano dato un’altra cura ma non aveva sortito gli effetti sperati. E quindi, forse, era ricaduto in quella dipendenza“. “Paolo aveva sofferto tanto, troppo nella vita – continua Palese -. Oltre alla perdita del papà e della mamma, lo avevano segnato i trascorsi giudiziari che avevano stroncato la sua carriera. Episodi che potevano capitare a chiunque e che, però, vista la sua notorietà, lo hanno trasformato in un mostro. Gli avevano attaccato una etichetta addosso. Il mondo dello spettacolo gli aveva voltato le spalle, ma lui voleva una chance di riscatto che nessuno gli ha concesso”.

Inoltre “continuavano a offrirgli particine o a chiamarlo solo per interviste in cui piangersi addosso. Ma si rifiutava perché aveva grande dignità”. Per lei è sempre stato un uomo “colto, sensibile, generoso, pulito. Un poeta che ha continuato per tutto il tempo a scrivere sceneggiature incredibilmente belle. Diceva: Se non mi vogliono come attore, almeno come scrittore…. Invece gli hanno chiuso tutte le porte in faccia“. Il resto è cronaca degli ultimi giorni.

Impostazioni privacy