Pensioni, la novità che può cambiare tutto: annuncio spiazza gli italiani

E’ sempre più caldo il fronte della riforma delle pensioni. Ecco le soluzioni sul tavolo per evitare il ritorno alla legge Fornero dal 1° gennaio 2023. 

La scadenza fa già tremare le vene ai polsi di chi è a un passo della pensionamento: dal 1° gennaio del 2023 si torna ai requisiti previsti dalla ben nota riforma Fornero per il congedo dal mondo del lavoro. Ovviamente se nel frattempo non verrà messa in campo una soluzione alternativa. Ecco le nuove ipotesi sul tappeto.

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Le nuove ipotesi nel cantiere delle pensioni

Il tema, si sa, è di quelli incandescenti e il leader della Lega Matteo Salvini è già sul piede di guerra. Il rimedio che si va profilando è quello di introdurre un sistema a “Quota 104” per limitare il più possibile i danni. Alla fine dell’anno non ci sarà più neppure Quota 102 e il governo ha individuato una soluzione ponte in extremis per sostituire Quota 100 nel tentativo di mettere a punto una sintesi che accontenti tutti. Una soluzione che, soprattutto, permetterebbe di evitare il ritorno alla Fornero con l’uscita a 67 anni.

Dal 2023 avrà diritto al pensionamento solo chi avrà raggiunto i 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica: è questa l’idea di riforma alla quale si sta lavorando, ribattezzata appunto quota 41. “Dal primo gennaio dell’anno prossimo, se il Parlamento non approva nulla di diverso, rientra in vigore la legge Fornero, che significa andare in pensione a 67 anni. Su questo non facciamo sconti a nessuno, l’obiettivo e’ arrivare a quota 41. Impediremo con ogni mezzo necessario il ritorno alla legge Fornero”, ha tuonato il segretario leghista Salvini.

Anche la Cisl punta a Quota 41, sistema già previsto per i lavoratori precoci e che potrebbe essere esteso a tutti. Ma c’è un nodo da risolvere: l’attuale Quota 41 in vigore prevede un calcolo dell’assegno con un sistema misto, contributivo e retributivo, mentre la Quota 41 allargata a tutti, per motivi di costi, potrebbe arenarsi su un calcolo col contributivo integrale.

Forza Italia, dal canto suo, spinge per Quota 104. “Quota 100 a noi non ci affascinava, meglio allora quota 104 ma credo che si debba dare vita ad un riforma che tuteli i lavori ultrasessantenni ma anche i lavoratori giovani. Dobbiamo avere un sistema pensionistico che tuteli i giovani”, spiega il coordinatore azzurro Antonio Tajani. Se con Quota 41 per tutti la sforbiciata sull’assegno potrebbe arrivare anche al 10%, con Quota 104 la penalizzazione potrebbe essere inferiore e parametrata per ogni anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza con l’uscita Fornero.

“Il ministro Orlando riapra subito il tavolo politico per cambiare il sistema pensionistico. Dobbiamo riprenderlo, basta con i tavoli tecnici”, è la richiesta avanzata dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, nelle conclusioni del congresso confederale: il governo ha “le nostre proposte da lungo tempo”, a partire dalla richiesta di uscire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi e di una pensione di garanzia per giovani e donne. “Cominciamo a stringere per arrivare a soluzioni concertate, condivise per spezzare le rigidità della legge Fornero”, conclude Sbarra. Una partita ancora tutta da giocare.

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