Emanuela Orlandi, dalle analisi la verità sulle ossa ritrovate

Nuova doccia fredda per i familiari di Emanuela Orlandi: non appartengono a lei le ossa repertate nel Cimitero Teutonico. 

La analisi disposte dalla famiglia di Emanuela Orlandi hanno confermato che non appartengono a lei le ossa repertate nel Cimitero Teutonico, in un vano sottostante la “tomba dell’angelo”, segnalata come sepoltura della ragazza scomparsa. A renderlo noto è l’avvocato Laura Sgrò.

Gli ultimi sviluppi del caso Emanuela Orlandi

Stando alle analisi eseguite in due laboratori e dal genetista Giorgio Portera, consulente di parte, i frammenti più recenti risalgono agli anni successivi al 1900. Dopo l’archiviazione da parte del Vaticano, la famiglia Orlandi aveva disposto nuovi accertamenti scientifici privati, contestando la decisione perché presa dopo un esame delle ossa eseguito solo “a vista”.

Leggi anche –> Samantha De Grenet, seria lesione: il responso del medico

“Le analisi relative alla datazione delle ossa rinvenute nell’ossario attiguo al cimitero Teutonico, eseguite dal laboratorio Cedad dell’Università del Salento, hanno evidenziato l’esistenza di alcuni frammenti ossei databili negli anni successivi al 1900”, spiega l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia della giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983.

“Al fine di approfondire con le migliori metodologie scientifiche possibili – prosegue -, il genetista Giorgio Portera, nostro consulente di parte, ha quindi eseguito accertamenti di genetica forense su parte dei residui ossei presso il laboratorio di genetica forense del TomaLab di Busto Arsizio. Tutti gli accertamenti scientifici eseguiti sui residui, comprese le analisi genetiche sui frammenti ossei molto più recenti e collocabili negli anni successivi al 1900, hanno escluso la presenza di tessuti biologici appartenenti ad Emanuela Orlandi”.

Leggi anche –> Elisa Amato, la terribile storia della 30enne uccisa a Prato da Federico Zini

“Finalmente – prosegue l’avvocato Sgrò – abbiamo dei risultati certi sui reperti ossei raggiunti con metodi scientifici. Restano, tuttavia, ancora delle domande senza risposta. Perché la ‘tomba dell’angelo’, segnalataci come luogo di sepoltura di Emanuela, e quella attigua sono risultate vuote? E per quale motivo è stata costruita in tempi recenti una camera sottostante alle tombe di cui, nonostante le nostre richieste, non ci è stata fornita la documentazione?”.

“Mi auguro – aggiunge Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, interpellato dall’Adnkronos – che in uno spirito di onesta collaborazione Papa Francesco possa finalmente prendere una posizione netta su questa vicenda e consentirci di avere accesso alla documentazione sul rapimento di Emanuela che sappiamo esistente ma che finora ci è stata negata dalla Santa Sede”.


Impostazioni privacy