Emoji, non usate mai questa faccina: cosa rischia chi la usa (e tutti lo facciamo)

Le emoji sono ormai una formula di comunicazione universale, ma un simbolo apparentemente innocuo come la faccina che ride può riservare spiacevoli sorprese. 

Alzi la mano l’utente di WhatsApp che non ha mai chiuso un suo messaggio con un amichevole smiley come l’emoji della faccina che ride, certo di aver suscitato un moto di affetto e simpatia. Ebbene, si è sbagliato di grosso. La persona dall’altra parte del social network potrebbe essere rimasta più o meno offesa offesa, o quanto meno perplessa sul significato di quel simbolo apparentemente innocuo.

Emoji ad alto rischio di fraintendimento

Diciamo subito che la questione è prettamente anagrafica. Se il destinatario della “faccina” ha non più di una ventina d’anni, cioè appartiene alla cosiddetta “Generazione Z”, quel simbolo assumerà il significato di condiscendenza: in altre parole, è recepito come una sorta di aggressione passiva, uno sfottò venato di sarcasmo. Strano a credersi, ma tant’è.

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A far luce su questo cambiamento è stato il Wall Street Journal, poi seguito a ruota da altre testate anglofone. Ma sembra proprio che il fenomeno sia internazionale. Anche in Italia molti giovani usano la faccina gialla che ride per sottolineare che stanno sfottendo qualcuno. Del resto, il set di faccine nato come linguaggio universale, dunque proprio per unire culture diverse e farle comunicare più facilmente, cambia di significato con una certa velocità.

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C’è anche chi ha indicato l’uso del teschio con ossa come alternativa per dire che si è di ottimo umore – ma in questo caso il fenomeno sembra meno diffuso, almeno a queste latitudini. Invece i visetti col sorriso ribaltato o – peggio ancora – quella del bacio stanno assumendo anche qui significati opposti rispetto a quelli tradizionalmente attribuitigli. E mentre leggete non fate quella faccia 🙂

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