Il dramma di Beppe Signori: di cosa era accusato, com’è finito il processo

Beppe Signori ha vissuto dieci anni d’inferno a causa di problemi giudiziari: di cosa è stato accusato e com’è finito il processo.

La vita di Beppe Signori si può dividere in tre parti, la prima, bellissima, sui campi di calcio, dove ha scritto pagine memorabili della storia di questo splendido sport, prima con il Foggia, poi con la Lazio ed infine con la Sampdoria ed il Bologna. L’unico neo della sua carriera è stato quel mondiale del ’94, sfumato ai rigori contro il Brasile. La seconda parte di vita è stata quella da ex calciatore: si è ritirato nel 2006 ed ha cominciato a lavorare come commentatore sportivo, sia per la televisione sia per la radio.

Un salto, quello dai campi a quello della televisione, che hanno fatto tantissimi suoi colleghi e che è una naturale prosecuzione per tantissimi sportivi. Una carriera che sarebbe potuta continuare a lungo, ma che è stata bruscamente interrotta l’1 giugno 2011. Beppe Signori è stato accusato di essere parte di un giro di calcio scommesse. L’ex calciatore ha sempre negato di essere coinvolto, ma si è dovuto difendere in tribunale.

Per la prima volta da quella vicenda, Signori ha raccontato quanto successo quel giorno nello studio di Verissimo: “Ero a Roma dai miei figli quando improvvisamente mia moglie mi disse che era stata fatta una perquisizione nella casa di Bologna e che sarebbero venuti due carabinieri alla stazione di Roma per scortarmi in questura. Poi, dopo che i due poliziotti mi avevano prelevato ho ricevuto, in treno, una chiamata da mia sorella in lacrime e ho scoperto da lei quello che stava succedendo. Lì sono iniziati i miei dodici giorni di domiciliari”.

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Beppe Signori, com’è finito il processo per il calcio scommesse

Alla fine il processo è finito con la sua assoluzione perché il reato di cui era stato accusato non sussisteva. Signori avrebbe potuto decidere di affrontare il processo con il rito abbreviato, ma ha deciso di non farlo e a Silvia Toffanin ha spiegato il motivo: “Non volevo cadere in una prescrizione che poteva sembrare una sorta di resa. Rimanere in quel grigiore non è mai facile, volevo dimostrare a tutti i costi la mia innocenza. E questa sentenza definitiva ora mi permette di respirare”.

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Se ciò non fosse abbastanza nel 2019 l’ex calciatore ha avuto anche problemi di salute ed ha rischiato addirittura di morire per un’embolia polmonare: “È successo tutto all’improvviso: dopo aver fatto una radiografia per un dolore alla schiena il dottore mi disse che dovevo fare subito un elettrocardiogramma. Durante questa visita il cuore è impazzito e stavo per avere un infarto. Per fortuna ero già in ospedale”.

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