Michele Merlo e quella richiesta di aiuto ignorata: si sarebbe potuto salvare 

Una serie di messaggi e fotografie trovate dalla procura di Bologna gettano una nuova ombra sul caso di Michele Merlo: si sarebbe potuto salvare?

La prematura scomparsa di Michele Merlo, giovane stella di Amici ed X-Factor, ha colto tutti di sorpresa: il cantante (che poco prima della sua morte ha fatto sapere ai suoi followers online di non sentirsi bene) è stato portato via da una leucemia fulminante. A quasi sei mesi dalla sua morte, la procura di Bologna ha recuperato una serie di messaggi e fotografie che hanno portato ad ipotizzare l’omicidio colposo.

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Giorni prima della sua tragica morte Michele avrebbe già capito che qualcosa non andava: in particolare, sembra fosse preoccupato dalla presenza di un grosso livido scuro sulla sua gamba. Ora si sa che, allarmato, lo scorso 26 maggio il giovane artista ha inviato una e-mail allo studio associato del suo medico di famiglia (allegando una fotografia dell’ecchimosi). Chiunque abbia letto il messaggio di Michele, però, ha preso la situazione troppo alla leggera.

Michele Merlo, aperta inchiesta per omicidio colposo

“L’utilizzo della mail è unicamente per la richiesta di terapia cronica. Per qualsiasi altro motivo, chiamare in segreteria” si legge nell’e-mail che Michele Merlo ha ricevuto come risposta. “Inoltre chiediamo di non inviare foto”. Non si sa con precisione chi abbia scritto al ragazzo (la mail è firmata con un semplice ‘assistente di studio’), ma chi ha visto la fotografia del livido che Michele aveva sulla gamba inizia a chiedersi perchè nessuno abbia capito cosa stava succedendo. Un’ecchimosi così scura e così estesa non andrebbe ignorata.

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Non si tratta solo dell’e-mail: sempre più preoccupato, Merlo pochi giorni dopo si è presentato all’ospedale di Cittadella per farsi controllare la gamba. Secondo quanto raccontato dal padre del giovane, però, Michele se ne sarebbe andato dopo aver aspettato per tre ore in sala di attesa. Più tardi Vitaliano Pantaleo, il medico di famiglia dei Merlo, racconterà come durante una visita il giovane gli abbia detto di aver preso “delle botte facendo un trasloco”. Da quel momento, però, la situazione è peggiorata sempre di più.

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C’è una cosa, però, che getta un’ombra ancora più triste sull’intero caso: secondo la perizia del professor Antonio Cuneo e del dottor Matteo Tudini, se curato per tempo Michele avrebbe avuto tra il 79 e l’87% di probabilità di sopravvivere. Sarebbe bastato un esame del sangue per far capire ai dottori cosa non andava. Adesso, la procura di Bologna ha aperto un inchiesta per omicidio colposo.

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