Olimpiadi Tokyo, nuovo rinvio? Ipotesi annullamento molto concreta

A due mesi dal via alle Olimpiadi di Tokyo, crescono i dubbi sull’opportunità dell’evento in un paese, il Giappone, alle prese con la quarta ondata di Covid-19.  

Le Olimpiadi di Tokyo sono ormai alle porte, ma i giapponesi, spaventati dal rischio contagi Covid-19 e dalla campagna vaccini a rilento in un paese che deve fronteggiare la quarta ondata della pandemia, chiedono un immediato passo indietro. Tra 60 giorni si alza il sipario sui Giochi, già rinviati lo scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria. Ma la discussione è ancora sul tavolo e i dubbi crescono sull’opportunità di un evento globale nelle circostanza date. Fermo restando che la decisione, contratto alla mano, non dipende dai giapponesi: il Comitato Olimpico Internazionale è l’unico organismo che può decidere l’annullamento della competizione, e per ora tira dritto, con buona pace del popolo nipponico.

La grave incognita sulle Olimpiadi di Tokyo

Con oltre 12 mila i morti finora, il Giappone non è certo al livello dei paesi più colpiti dalla pandemia, ma il virus non è mai sparito dalla circolazione, anzi. E la campagna vaccinale nel Sol Levante è iniziata inspiegabilmente tardi: solo il 4,4% dei cittadini è stato vaccinato, mentre è in corso l’immunizzazione dei medici. Per di più, a Tokyo e negli altri centri urbani giapponesi serpeggia il timore che buona parte delle riserve economiche nelle casse del governo siano destinate ai Giochi olimpici, anziché all’emergenza sanitaria e socio-economica.

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Intanto i numero uno del gigante tech giapponese SoftBank, Masayoshi Son, ha attaccato in due duri tweet il governo giapponese e il CIO: il manager ha ricordato che “al momento più dell’80 per cento del popolo (giapponese) è per lo spostamento o l’annullamento delle olimpiadi” e si è chiesto: “Chi o con quale diritto può forzargli la mano?”

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E ancora: “Il CIO ha diritto decisionale sullo svolgimento? E’ vero che c’è il discorso che riguarda il risarcimento enorme per il mancato svolgimento, tuttavia alla luce del ritardo nelle vaccinazioni in Giappone, ma io penso che il danno sarebbe di molto superiore se pensiamo al fastidio per i cittadini, alle perdite economiche e al calo del Pil che, venendo atleti da 200 paesi nel mondo e 100mila appartenenti alle delegazioni col timore di diffusione di nuove mutazioni del virus, potrebbero verificarsi in caso di un eventuale nuovo stato d’emergenza, oltre alla perdita di vite umane”. Non sarà una scelta facile.

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