Pomeriggio 5, Barbara D’Urso furiosa con l’ospite perde la testa in diretta

Barbara D’Urso rimbrotta a Pomeriggio 5 l’ex Presidente della Camera, Irene Pivetti, durante la diretta: il pubblico sconvolto

Durante l’ultima puntata di Pomeriggio 5, tra gli ospiti in studio invitati da Barbara D’Urso c’era anche Irene Pivetti: l’ex Presidente della Camera, indagata per frode in pubbliche forniture. Per essere più precisi, secondo gli inquirenti la Pivetti sarebbe colpevole di aver fatto arrivare dalla Cina una quantità stimata nel circolo delle migliaia di mascherine contraffatte. L’ex Presidente della Camera, una volta nello studio di Carmelita, ha iniziato ringraziando la conduttrice per averle dato la possibilità di spiegarsi. “Io ho ricevuto un pagamento da parte della Protezione Civile per le mie mascherine, che ho comprato e rivenduto“. A queste parole tutto lo studio si indigna, presentatrice compresa, la quale non ci sta e ferma subito la Pivetti.

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Si scaldano gli animi a Pomeriggio 5

Nel sentire le scuse campate da Irene Pivetti, Barbara D’Urso non è riuscita a trattenersi. La conduttrice ha immediatamente fermato l’ospite di Pomeriggio 5 per dirle: “Non diciamo fesserie. Stiamo parlando di un giro d’affari di 23 milioni di euro per mascherine non a norma. Le persone sono morte per questo“. L’ex Presidente della Camera continua a dirsi innocente, tuttavia le prove sembrano dimostrare il contrario. La Pivetti, sentitasi punta sul vivo dal commento di Barbara D’Urso, ha fatto un’affermazione forte.

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Non ho lucrato sulla pandemia, i 23 milioni di euro sono quelli che ho ricevuto dalla Protezione Civile per le mascherine acquistate e consegnate. Dal punto di vista imprenditoriale non ho fatto molto perché ho acquistato e rivenduto in perdita. Sono molto tranquilla perché so che con il tempo si potrà dimostrare la correttezza del mio operato. I magistrati si prendano tutto il tempo necessario per esaminare con cura una situazione complessa e possano emettere un giudizio sereno. Tutto il resto è spazzatura. […] La mia è un’azienda di medie dimensioni con una lunga esperienza di rapporti con la Cina. Per questo mi hanno chiesto di dare una mano. Tutte le mie mascherine erano dotate della documentazione, ma c’è stata confusione. Fortunatamente l’amministrazione della società ha tutte le carte precise“. Ma dove sta la verità? Ai posteri l’ardua sentenza.

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