Psoriasi, che cos’è davvero e come curarla: le indicazioni scientifiche

La psoriasi è una malattia che colpisce diverse persone ma molti non sanno di cosa si tratti realmente. Ecco la spiegazione del prof Pigatto.

Molto spesso chi è affetto da questa patologia riceve sguardi dubbi e spesso anche delle offese. Purtroppo è una malattia riguardo la quale ci sono molti pregiudizi e la disinformazione regna sovrana. La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica e recidivante. “Interessa circa il 3% della popolazione mondiale” ha spiegato Il Prof. Paolo Pigatto in un’intervista al sito Ok Salute. Scopriamo i dettagli.

Psoriasi: ecco tutto quello che c’è da sapere su questa malattia

“Si manifesta con chiazze eritemato-desquamative, spesso pruriginose e localizzate soprattutto su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, mani e piedi, quindi su aree del corpo esposte e ben visibili” ha spiegato con chiarezza Pigatto.

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Sempre il professore ha aggiunto che spesso le reazioni delle altre persone producono una sorta di stigmatizzazione e reticenza verso questa malattia. Tutto ciò provoca anche danni ai malati che sviluppano insicurezza nel loro aspetto. Stress emotivo e bassa autostima sono davvero dietro l’angolo per le persone affette da psoriasi.

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Purtroppo l’ansia potrebbe peggiorare la malattia spiega il professore: “Anche se è una patologia autoimmune di origine genetica, la psoriasi necessita di alcuni fattori scatenanti per potersi ‘attivare’ e manifestarsi attraverso i sintomi descritti poco fa”. Lutti, eventi dolorosi, attacchi di panico, traumi fisici, alcool e fumo possono dare inizio alla patologia in persone già predisposte  geneticamente.

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Una ricerca dell’Institute of Dermatology and Venereology of the National Academy of Medical Sciences of Ukraine, il 77% dei malati ha anche disturbi della sfera emotiva. Ecco perché la cura del paziente dovrebbe essere a 360°.

“Il Cetro Psoriasi dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi dispone di un team multidisciplinare d’eccellenza, composto da dermatologi, reumatologi, cardiologi, nutrizionisti (…) è presente anche una psicologa, in modo che il vissuto emotivo e le esigenze personali del paziente siano posti al centro di un percorso terapeutico-assistenziale adeguato”, ha precisato Pigatto. Per la gestione della malattia si può ricorrere a terapie topiche, fototerapia e terapie sistemiche nei casi più gravi. Ma è importante che il tutto sia affrontato da un team multidisciplinare.

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