Riforma pensioni, uscita dal lavoro a 62 o 65 anni: tutte le novità

Si torna a parlare della Riforma pensioni 2022. Che cosa dovremmo aspettarci? Ecco a voi tutte le ultime news provenienti dal governo.

Pensioni

Il 2021 sta per terminare, e insieme a lui sta per scadere anche la possibilità di accedere alle pensioni tramite Quota 100. La misura, che prevede un‘uscita anticipata dal mondo del lavoro con 38 anni di contributi e a 62 anni di età, verrà nel 2022 sostituita, ma non in maniera permanente. Il tempo stringe, e il governo Draghi ha soltanto 4 mesi per presentare il Documento di economia e finanza e superare così la legge Fornero.

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Con Quota 100 in scadenza, sarà Quota 102 la misura tampone ad entrare in vigore, e avrà durata di un solo anno. Quest’ultima prevede la possibilità di accedere alla pensione a 64 anni di età, con alle spalle 38 anni di contributi. Intanto da Palazzo Chigi è arrivata la notizia di una disponibilità da parte del governo ad aprire un tavolo per discutere in merito alle pensioni con i sindacati. Andrea Orlando, ministro del Lavoro, si occuperà della faccenda probabilmente a partire dalla prossima settimana.

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Insieme all’istituzione di Quota 102, con l’anno nuovo rimarrà in vigore l’Opzione Donna, ma non è tutto. Sarà infatti riconfermato anche l’aumento della schiera dei mestieri ‘gravosi’ per l’Ape Sociale. Si parla inoltre dell’istituzione triennale di un fondo da 550 milioni di euro per concedere un pensionamento anticipato a coloro che hanno 62 anni di età e lavorano all’interno di un’azienda in stato di crisi. Si tratta in ogni caso di soluzioni temporanee. Ciò che accadrà a partire dal 2023 è ancora tutto da decidere, e verrà chiarito il prossimo Aprile, con la presentazione del Documento di economia e finanza.

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Pensioni, cosa succederà a partire dal 2023? Tutte le ipotesi plausibili

Tra le varie ipotesi plausibili in merito alla Riforma pensioni, troviamo l’opzione 64+20, messa a disposizione dalla legge Fornero. Quest’ultima concederebbe il pensionamento anticipato ai ‘contributivi puri’, a 64 anni di età, con alle spalle almeno 20 anni di versamenti. In più si aggiungerebbe la clausola di un’entrata nel mondo del lavoro a partire dal 1995.

I sindacati propendono invece più per l’ipotesi 62+20/25, misura che prevederebbe la possibilità per i lavoratori di accedere alla pensione a 62 anni, tramite Quota 41. Assecondando tale misura si potrebbe arrivare all’accordo di un’uscita con almeno 20 o 25 anni di versamenti.

Il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, ha proposto invece l’opzione di un pensionamento anticipato intorno ai 63/64 anni di età, valido per i lavoratori appartenenti al sistema misto.

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