Tiberio Timperi, duro sfogo contro i social: “Sto pensando di togliere il disturbo”

Tiberio Timperi si sfoga contro le dinamiche social e critica aspramente la realtà virtuale ed il modo in cui ha plasmato la società.

La scoperta dell’ennesimo account fake che gli ruba immagine, nome e contenuti ha fatto perdere la pazienza a Tiberio Timperi. Il giornalista Rai ha segnalato sempre con solerzia tutti gli account fasulli a suo nome e cercato, tramite gli strumenti di Instagram, di evitare che la situazione si ripetesse. L’esistenza di un nuovo account fasullo ha fatto capire a Tiberio che questa lotta probabilmente è vana e che finché rimarrà sui social ci saranno persone pronte a sfruttare la sua immagine e la sua notorietà.

Stanco di questa dinamica, il giornalista si lascia andare ad un duro sfogo che parte da Instagram e si allarga a tutta la comunità web: “È spuntato un nuovo fake. Che scrive ‘ad mentula canis’. Rubandomi faccia ma non grammatica e stile. Con buona pace dell’inutile spunta blu e dei ‘rigidi‘ controlli di Instagram. Comincio a stufarmi dei social, della loro dittatura, del loro politicamente corretto, del perché non hai commentato la morte di Battiato, degli haters, dell’isterismo, dell’ipocrisia, dell’uno vale uno”.

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Tiberio Timperi e la critica della società social

Mentre le dita digitano sul post, lo sfogo del conduttore Rai si tramuta in una vera e propria critica di Instagram, dei social network e del web: “Sono stufo delle labbrosaure e delle tettosaure, delle bocche a culo di gallina, della tracimazione dei tatuaggi e dell’esibire ricchezza vera o presunta. Sono stomacato dal quotidiano contributo di rete e social alla causa dell’appiattimento culturale, del loro pressappochismo, di Google alert che ogni giorno stila il resoconto della tua vita, dei cookies, del mandami una mail, fatti lo spid, colleghiamoci on line pur di non lavorare”.

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Quella di Timperi, però, è inevitabilmente una critica della società moderna, completamente impostata sul web e sui social: “Sono stufo del digitale, delle sue furbizie, di quei geni del marketing che contano follower come dobloni d’oro senza chiedersi se siano veri o falsi. Quantità a dispetto della qualità. Intanto il virtuale diventa reale mentre il reale è plasmato sul virtuale. E che palle lo possiamo dire o mi bloccano?”. Lo sfogo si conclude con una considerazione sull’utilità reale della sua presenza sui social e sulla volontà di continuare a rimanerci: “Magari fosse, così mi risparmio il disturbo di uscire, cosa a cui sto seriamente pensando. E avanti un altro”.

 

 

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